Aboliti i dazi, “patto di espansione” Ue con il Vietnam

di Teresa Forte

Un’intesa importante, che conferma i rapporti preferenziali che Bruxelles strategicamente ha deciso di avere con il Vietnam, e che stabilirà il libero mercato tra l’Unione europea e Hanoi. Praticamente tutti i dazi saranno aboliti nel prossimo decennio. Un’intesa che non si esaurisce nei rapporti commerciali e che è affiancata da un accordo sulla protezione degli investimenti. Mai l’Unione europea aveva fatto un accordo così potente con un Paese in via di sviluppo. Non senza polemiche, e con un fronte di opposizione inaspettato che va dalla Sinistra ai Verdi fino alla Lega e il gruppo parlamentare dei sovranisti. Le principali criticità individuate dall’opposizione sono la politica di violazione dei diritti umani contestata al Vietnam e il rischio di un’invasione del riso prodotto in quel Paese che avrebbe prezzi concorrenziali rispetto a quello italiano, ma non le stesse garanzie di qualità.

Il doppio accordo a cui il Parlamento europeo convocato a Strasburgo ha dato il via libera fa parte di quei trattati definiti di “seconda generazione” perché prevedono impegni che in passato non ci si sognava di chiedere, e in questo caso sono tra l’altro il riconoscimento delle tutele internazionali minime dei lavoratori, la lotta alla contraffazione anche alimentare (come l’imitazione del Parmigiano Reggiano e dello champagne) e il rispetto della biodiversità.

Il Vietnam fa parte dell’Asean, l’Associazione tra dieci Paesi del Sud Est asiatico, e che è il quarto mercato pià grande del mondo, e dopo Singapore è già il secondo partner commerciale con Bruxelles di quell’area. L’intesa comporterà come più evidente conseguenza un grande impulso ai rispettivi mercati: l’Europa venderà di più ma acquisterà anche di più dal Vietnam. Nell’indicare i vantaggi dell’accordo, il deputato relatore a Strasburgo, il belga Geert Bourgeois, ha stimato che l’intesa farà crescere di 8,3 miliardi di euro l’anno le esportazioni europee (da macchinari, auto, aerei a medicinali) e questo da solo varrebbe circa 120mila nuovi posti di lavoro. Il Vietnam invece già esporta verso l’Europa prodotti alimentari, elettronici, scarpe e vestiti, e con l’intesa vedrà crescere questo mercato si presume di 15 miliardi l’anno.

Una diversa valutazione sulle ripercussioni nel nostro export ha caratterizzato le posizioni dei nostri europarlamentari. I Cinque Stelle, che si sono astenuti, hanno criticato l’accordo sostenendo però che dovrebbe avere delle complessive ricadute positive sul nostro import- export. A favore dell’accordo hanno votato Forza Italia, Fratelli d’Italia e la maggior parte degli eurodeputati del Partito Democratico (che però si è diviso, con cinque astensioni). “L’Europa – ha invece obbiettato la deputata della Lega Rosanna Conte – sarà invasa da una nuova ondata di riso straniero a dazio zero, con gravissime ripercussioni per i risicoltori italiani, che sono i primi produttori in Ue”. Aggiungendo: “È importante che le importazioni rispettino quegli standard etici e di sicurezza sociale e alimentare che le nostre aziende garantiscono ai consumatori”.

Il rapporto preferenziale instaurato con il Vietnam non si ferma però al profilo commerciale. Bruxelles ha già stretto l’estate scorsa con Hanoi intese di difesa militare, che vanno dalla gestione e possibile partecipazione a missioni europee fino alla formazione di ufficiali vietnamiti. Il quadro strategico di questa politica dell’Unione è quello di aver un alleato forte nel Sud-Est asiatico, alleato che già sta contrastando la politica espansionistica di Pechino nel Mar Cinese meridionale. In precedenza, Bruxelles aveva già firmato accordi del genere con importanti attori dell’area, come la Corea del Sud, Australia, Nuova Zelanda.

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