di Antonella Blanc
Ha usato la voce grossa, la “Machtwort”, la parola del potere. Cosa insolita per lei, che ha la capacità unica di sistemare le questioni nell’ombra, quasi smarcandosi. La Cancelliera Angela Merkel ha già annunciato il suo addio alla politica per fine consiliatura, ma è dovuta intervenire di peso in una questione per lei non negoziabile nel suo partito, la Cdu. E la questione è quella di non allearsi mai con gli estremisti, la sinistra della Linke e – soprattutto – la destra di Alternative fur Deutschland (Afd). In un parlamentino della Germania federale, la Turingia (rappresentanza politica di soli 2,2 milioni di abitanti), la sua Cdu però si era avvalsa proprio dei voti di Afd per eleggere presidente il liberale Thomas Kemmerich. Un giorno Kemmerich è stato in carica. Un giorno solo. È bastata l’indignazione di Angela che ha definito “imperdonabile” il sostegno dell’Afd, e “un giorno nero per la democrazia” quello che è successo, per convincerlo a un passo indietro. La Turingia dovrà tornare al voto. L’unica alleanza possibile non è stata possibile. Perché qui la Cdu conta poco: il primo partito è la Linke, il secondo è Afd. Ristabilito il principio delle alleanze proibite, la vicenda non è rimasta senza conseguenze. Anzi, è stato un terremoto nel partito. La Presidente della Cdu, a cui Angela Merkel aveva lasciato il posto, e cioè Annegret Kramp-Karrenbauer, ha annunciato di rinunciare alla candidatura da Cancelliera, a cui era designata per le prossime elezioni. Tutto da rifare, quindi, per l’eredità Merkel. Forse ora toccherà a un uomo, dopo che Angela è stata “spietata” con le quote azzurre: anche la Presidenza della Commissione europea, tornata alla Germania, è stata affidata a una donna, Ursula von der Leyen, per altro sua cara amica.
La questione dei rapporti con Alternative fur Deutschland non sempre è capita fuori dalla Germania. Non è corretta l’etichetta di neo-nazista che più volte è stata affibbiata a questo gruppo. Semmai, è un partito che ha delle ambiguità, e non si distingue per antinazismo. I suoi voti non sono accettati dalla Cdu, anche se “non ufficiali”. Era impossibile per Cdu e Liberali governare insieme, troppo lontana la somma dei loro seggi dalla maggioranza. Annegret Kramp-Karrenbauer, che pure condivide la posizione di Angela Merkel, avrebbe pagato con la sua rinuncia alla candidatura da Cancelliere nelle prossime politiche in programma nel 2021 il non aver saputo evitare il pasticcio dell’intesa. La posizione inflessibile di Angela Merkel, una sorta di “diga” alla destra nazionalista che però nelle regioni dell’ex Germania dell’Est ha un robusto seguito elettorale, chiude gli spazi di manovra al suo partito che sembra però destinato a riposizionarsi su posizioni più conservatrici del passato. Una centralità che guarda a destra ma non fino al punto di allearsi con i nazionalisti. Per andare alle elezioni senza che sia visto come alleato naturale il partito Socialdemocratico con cui ha condiviso tanti anni di governo.
Ma il lento logorio negli anni, con un’erosione costante del consenso elettorale, mette la Cdu dentro a una crisi che accompagna il periodo più difficile della Germania nel nuovo secolo.