Salvini: attenta Europa che facciamo gli inglesi

di Marta Fusaro

Non sembra avere le idee chiare. Oppure semplicemente gioca sulle suggestioni. Matteo Salvini, il leader della Lega sembrava essersi posizionato su posizioni più miti nei confronti di Bruxelles: “La nostra priorità non è uscire da qualcosa ma la crescita economica” aveva detto durante un incontro con i giornalisti stranieri a Roma.

La stampa italiana nei giorni scorsi ha evocato un “retroscena” con un ipotizzato passaggio futuro di leadership al moderato Giancarlo Giorgetti, attuale numero 2 della Lega. A Giorgetti era stata affidata nei giorni scorsi la responsabilità “Esteri” del partito. Ma sabato 15 febbraio, in occasione di una diretta social dal Parco Sempione a Milano, Salvini ha lanciato il sasso: “O l’Europa cambia o non ha più senso di esistere. Gli inglesi hanno dato dimostrazione che volere è potere. O si sta dentro cambiando le regole di questa Europa, oppure come mi ha detto un pescatore che ho incontrato a Bagnara, in Calabria, ragazzi allora facciamo gli inglesi”. Aggiungendo: “O le regole cambiano o è inutile stare in una gabbia dove ti strangolano”. Poi c’è stata la correzione di tiro, appena poche ore dopo, nel pomeriggio, sempre a Milano, al gazebo della Lega in Piazza San Babila: “Lavoriamo per cambiare le regole da dentro” ha assicurato Salvini. Mantenendo un dubbio:”Se uno ti dice di no e ti prende a pernacchie poi il popolo fa le sue scelte”. Nella maratona di dichiarazioni, più tardi il capo della Lega insisterà: “Voglio uscire dall’Europa? No. Io sto lavorando per stare meglio come Italia dentro l’Europa. Ma se dovessi scegliere con la pistola puntata alla tempia chi salvi, l’Unione europea o l’Italia e gli italiani? Tutta la vita l’Italia e gli italiani”.

Salvini ha tirato in ballo l’Europa pochi giorni dopo che Giorgia Meloni, leader dei Fratelli d’Italia e alleato (in competizione) con la Lega nel centrodestra, aveva preso parte a Washington, unica politica italiana tra 3.500 invitati, a una Convention con il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump. In un discorso a Roma, alla vigilia della partenza per gli Stati Uniti, Giorgia Meloni aveva tracciato la sua “filosofia” sovranista: “Fratelli d’Italia si batte per una Europa di nazioni libere e sovrane come seria alternativa al super Stato burocratico che si è andato imponendo da Maastricht in poi con la logica del “vincolo esterno”, quella per cui c’è sempre qualcuno che si arroga il diritto di decidere al posto dei popoli sovrani e dei governi nazionali”. L’altro alleato del centrodestra, Forza Italia, invece definisce la sua identità come partito euro-responsabile. Non mette in discussione la sua ortodossia nel Partito popolare europeo, e – se resiste all’erosione dei consensi – potrebbe garantire in un’eventuale coalizione di governo un ruolo di mediazione e di garanzia. Ma da qui alle elezioni, sempre minacciate ma non così vicine, gli equilibri attuali potrebbero ancora assestarsi.

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