di Giorgio De Rossi
La penisola italica, occupando il centro del Mar Mediterraneo con oltre 8.000 chilometri di coste, si trova in una posizione geografica molto favorevole che le ha storicamente garantito notevoli vantaggi relazionali con le popolazioni vicine. In tale contesto, L’Unione europea ha sempre mostrato particolare attenzione alla valorizzazione e protezione delle risorse naturali e culturali degli Stati transfrontalieri, declinandole in una dimensione fortemente “marittima”. Lungo le sponde del Tirreno, il Programma di Cooperazione Marittima ITALIA–FRANCIA, già presente dal 2007 e attualmente in vigore, proseguirà nella programmazione comunitaria 2021 – 2027 coinvolgendo le frontiere dei due Stati membri confinanti. In particolare, nell’attuale programmazione 2014 – 2020, ormai al termine, gli interventi del Programma si concentrano nell’area marittima del Medio-Alto Tirreno e intercettano le esigenze degli spazi che condividono le frontiere dei due Stati membri dell’Italia e della Francia. Il Programma coinvolge 5 Regioni: la Sardegna e la Liguria (in tutto il loro territorio), oltre alla Toscana (nelle province costiere di Massa Carrara, Pisa, Lucca, Livorno e Grosseto) per l’Italia; la Corsica (in tutto il territorio) e la Regione Sud Provence-Alpes-Côte d’Azur (denominata PACA: Alpi-Marittime e Var) per la Francia. L’area di cooperazione del Medio-Alto Tirreno, nella quale vivono 6,5 milioni di abitanti, vede la presenza del Santuario Pelagos, zona marina di 87.500 km², nato da un accordo tra l’Italia, il Principato di Monaco e la Francia, per la protezione dei mammiferi marini che lo abitano. Il Programma, nell’arco del settennio 2014 – 2020, ha beneficiato di un contributo pari a circa € 200 mln, di cui € 170 mln a carico del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR). Le filiere imprenditoriali tra i due partner spaziano, dalla nautica e cantieristica navale da diporto al turismo innovativo e sostenibile; dalle biotecnologie “blu e verdi” alle energie rinnovabili “blu e verdi”. I progetti, per essere finanziati, devono prevedere un partenariato composto da organismi, associazioni, “community”, pubbliche e private, nonché da università, centri di ricerca, parchi scientifici e poli di innovazione che operino in favore delle imprese. Tra gli obiettivi del Programma post 2020 ci preme evidenziare non solo il sostegno alle attività e all’internazionalizzazione delle piccole e medie imprese, ma anche il supporto alle micro imprese che impiegano fino a 9 addetti. Inoltre, di recente, il Programma ha previsto la possibilità che uno o più partner del progetto svolgano il ruolo di “facilitatori” per le imprese: l’esigenza del “support manager” nasce essenzialmente per accompagnare aggregati di imprese di piccole dimensioni nel percorso di costruzione e attuazione del progetto, aiutandole ad operare in partenariato e a realizzare progetti innovativi. Inoltre, il bisogno di supportare le aziende più piccole e meno strutturate consentirà di invertire il fenomeno, principalmente italiano, avvenuto in tutte le programmazioni precedenti, dello scarso utilizzo e della restituzione dei fondi comunitari per la mancanza di una progettualità sovvenzionabile.
Tra le principali azioni finanziate segnaliamo le “reti di imprese transfrontaliere” (Micro e PMI):
● nella filiera delle biotecnologie attraverso l’introduzione delle “reti di imprese agricole” per lo scambio di conoscenze ed esperienze di tipo epidemiologico;
● nella filiera della nautica da diporto attraverso aggregazioni di “reti di imprese operanti nel comparto della cantieristica navale”;
● nella filiera del turismo innovativo e sostenibile con la costituzione delle “reti di imprese transfrontaliere per la valorizzazione delle attività connesse al turismo slow”, nonché delle “reti di imprese transfrontaliere dei mestieri di arte e dell’artigianato artistico”. Questa azione, particolarmente indicata per la Regione Sardegna, i n t e n d e s u p e r a r e l’ostacolo della stag i o n a l i t à promuovendo percorsi di valorizzazione di attività che altrimenti sarebbero destinate a fatali processi di marginalizzazione economica. Infatti, la promozione della sostenibilità ambientale delle filiere transfrontaliere tra la Sardegna e la Corsica, attraverso aziende di dimensioni micro-piccole aggregate in un innovativo “Modello Reti di Imprese”, consente di offrire prodotti di qualità e di eccellenza legati alle tradizioni dei rispettivi territori nei comparti della lana, del tessile, del sughero, dei prodotti lattierocaseari, dell’attività ittica e della fabbricazione di alcolici. Per quanto concerne le sponde del Mar Adriatico la cooperazione marittima ha istituito ADRION (Adriatico-Ionico), il Programma transnazionale europeo per l’innovazione regionale, il patrimonio culturale e naturale, la resilienza ambientale, i trasporti e la mobilità sostenibile. ADRION agisce come motore politico di integrazione della governance a beneficio di oltre 70 milioni di persone nella regione adriatica e ionica. Il Programma riunisce 8 Stati partner, di cui:
● 4 Stati membri dell’Unione europea: Italia (nelle regioni: Abruzzo, Basilicata, Calabria, Emilia-Romagna, Friuli- Venezia Giulia, Lombardia, Marche, Molise, Puglia, Sicilia, Umbria, Veneto e nelle Province Autonome di Trento e Bolzano), Slovenia, Croazia e Grecia;
● 4 Stati non membri dell’U.E.: Albania, Bosnia-Erzegovina, Montenegro e Serbia. Il Programma di Cooperazione Transnazionale Adriatico-Ionico (ADRION) contribuisce ad attuare la politica di coesione europea, volta al miglioramento delle politiche tra autorità pubbliche nazionali, regionali e locali ed altri attori appartenenti all’area di riferimento. Il Programma è cofinanziato dall’U.E. con una disponibilità finanziaria totale pari ad € 117,9 mln, di cui € 83,5 mln a carico del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR), €15,7 mln a valere sui fondi IPA (strumento finanziario per i Paesi in preadesione) ed € 18,7 mln a titolo di cofinanziamento nazionale degli Stati dell’U.E. Il Programma ADRION concentra le proprie attività su quattro ASSI prioritari, a loro volta basati su 4 Obiettivi Tematici della Politica di Coesione e declinati in 4 Obiettivi Specifici.
● L’Asse prioritario 1 promuove l’innovazione al fine di migliorare la competitività dell’intera Area e di stimolare la creazione di nuovi posti di lavoro. Un’attenzione specifica è dedicata al “Blue Growth” ed a tutte le attività che hanno forti legami con il mare, come l’industria marina e ambientale, l’energia, il turismo e la cultura.
● L’Asse prioritario 2 si indirizza verso il patrimonio naturale, sia come risorsa di crescita per il turismo, sia come valore in sé. Esso intende combinare i diversi interessi di turisti, residenti e operatori del settore, per promuovere il turismo sostenibile, la valorizzazione del patrimonio e la tutela dell’ambiente.
● L’Asse prioritario 3 si concentra sulla dimensione territoriale con l’obiettivo di ridurre le disparità fra Ovest e Est, in materia di logistica, mobilità e trasporto a basso impatto ambientale.
● L’Asse prioritario 4 è volto a migliorare la capacità istituzionale delle pubbliche amministrazioni. Di seguito, una schematizzazione degli assi e degli obiettivi del Programma: I soggetti che, al momento della pubblicazione dei Bandi, possono presentare proposte di partecipazione sono principalmente gli Enti pubblici nazionali, regionali e locali. Gli Enti privati, incluse le PMI, dotati di personalità giuridica, possono svolgere il ruolo di partner ma non di coordinatori delle proposte. Nell’attuale programmazione, dunque, la partecipazione al Programma ADRION, contrariamente a quanto avviene per il Programma ITALIA-FRANCIA, è negata alle micro imprese. Auspichiamo che nel prossimo arco programmatorio 2021-2027, ormai alle porte, l’universo delle piccole realtà aziendali a vocazione artigianale, con meno di dieci dipendenti – che in Italia raggiungono il 95% della totalità delle imprese nazionali – entri di diritto nel “planning” europeo con il ruolo propulsivo che gli compete Ciò anche in considerazione del fatto che, come rilevato da Eurostat, l’Unione europea, con il suo 92,8%, è terra di piccole, anzi minuscole attività e solo lo 0,2% può annoverarsi nel numero delle grandi realtà imprenditoriali.