di Linda Lose
Di solito, nessuno li vuole. E ben si comprende perché: i rifiuti nucleari restano radioattivi per decine di migliaia di anni. Eppure, da qualche parte bisogna metterli. E ogni Stato si è già dato un Deposito nazionale. Siccome sono pericolosi, ma non ingombranti, si pensa addirittura di un Deposito europeo. Ma nessuno si offre volontario. Per seppellire quelli italiani (che sono relativamente pochi: abbiamo avuto quattro centrali nucleari in funzione, e ormai da trent’anni sono state chiuse tutte) c’è però chi già si è offerto. Sia pure con una dichiarazione più prudente di quanto sembrerebbe. Si tratta di Daniele Pane, il sindaco di Trino Vercellese, la località del Piemonte dove nel 1964 fu costruita la Enrico Fermi, la centrale nucleare più vecchia d’Italia. “Se entro dicembre verrà pubblicata la mappa dei siti idonei ad ospitare il sito nazionale dei rifiuti radioattivi – ha detto Pane – e se i territori potranno dichiararsi disponibili, noi non diremo di no”. È un “sì” per deduzione. Ma che inevitabilmente ha scatenato polemiche. Lasciando il sospetto di una provocazione.”Serve una scossa” ha detto – e non sono le parole più adatte trattandosi di scorie nucleari – parlando con La Stampa, il quotidiano piemontese che ha raccontato questa storia. “Dopo anni di spopolamento e di ragazzi che se ne vanno, questa può essere per noi una grande occasione di rilancio”. I numeri, in effetti, sono importanti: 800 posti di lavoro, che arrivano a 1.500 durante il periodo di costruzione del deposito. Un miliardo e mezzo di euro il costo.
Pane fa un ragionamento da amministratore: ormai la tecnologia sa come mettere in sicurezza la custodia delle scorie nucleari, non c’è da avere paura. L’associazione Legambiente protesta: ma come, qui c’è una falda acquifera appena sotto la superficie, e ci sono le risaie di un riso pregiato. Seppelliamo le scorie sotto le risaie? Certo che no, diremmo tutti. Il Deposito nazionale come idea è già accompagnata dall’edificazione di un Parco tecnologico. Non si vuole che sia l’incubo seppellito, piuttosto che diventi un’attrazione. Ma per ora non si sa dove verrà costruita. Trino Vercellese si propone (il sindaco, mentre gli abitanti non sembrano tanto d’accordo). Il piano europeo del Recovery Fund ce lo chiede espressamente (ma naturalmente non ci dice dove: questo, come è giusto, è un problema italiano). Entro la fine dell’anno sarà pronta la carta geografica dei possibili siti di scorie nucleari. Una mappa che è ancora segreta.