Fuori controllo

di Fabio Morabito

Con la semplicità con cui si rivolge abitualmente ai tedeschi la Cancelliera Angela Merkel aveva spiegato, all’inizio di ottobre, il suo “modello di calcolo” con il quale fronteggiare la pandemia del coronavirus. “A luglio avevamo in Germania 300 nuovi contagi, ora ne abbiamo 2.400. Questo significa che in tre mesi le infezioni sono raddoppiate per tre volte. E se continuasse così si passerebbe da 2.400 a 4.800 da 9.600 a 19.200”. Ecco che poi i contagi sono raddoppiati non più in un mese, ma nel tempo breve di una settimana, e così mercoledì scorso la Cancelliera ha annunciato il nuovo “lockdown”. L’Italia, che – dopo aver sofferto più di tutti in Europa l’arrivo della pandemia – sembrava stesse reggendo bene il prosieguo dell’emergenza. Ma poi ha quasi raddoppiato i contagi per tre volte, e per tre settimane consecutive. E anche il governo italiano ha preso le sue contromisure, anche se in modo più blando rispetto alla Germania, tranne che per la scuola (didattica a distanza imposta al 75% per le superiori). Palazzo Chigi è pressato dalla cosiddetta crescita esponenziale del virus ma cerca di rassicurare. Il primo ministro Giuseppe Conte evita la parola “coprifuoco”. Parla di “ristori” per le categorie penalizzate anziché risarcimenti, sostiene che le nuove misure siano necessarie non per evitare il baratro ma per salvare il periodo natalizio, tempo di festa e di consumi. Certo Roma sconta una serie di errori, alcuni drammatici, con decisioni che hanno semplicemente sottovaluto quello che tutti dicevano sarebbe successo, e da mesi veniva chiamato “seconda ondata”. I principali sono errori di gestione, commessi al di là delle rassicurazioni di facciata: “Questa volta siamo preparati, prima non lo eravamo”. Eppure il governo italiano, quando la nuova malattia era ancora presente solo in Cina, rispondeva con sicurezza che il Paese sarebbe stato pronto e attrezzato per affrontare la diffusione del coronavirus. Una sicurezza esibita che nascondeva una diversa convinzione, e cioé che la malattia non sarebbe arrivata in Europa. E quindi non avrebbe rivelato tutte le insufficienze del nostro sistema sanitario, che vanno dai troppi pochi posti in terapia intensiva fino alla mancanza di reperibilità dell’accessorio più semplice, la mascherina protettiva. Che è stata resa obbligatoria solo dopo alcune settimane, quando finalmente ne venivano importate e prodotte a sufficienza. Ma le critiche più che giuste che si possono fare a questo governo, e sono tante, non devono far dimenticare che l’inadeguatezza non è stata una prerogativa solo di Roma. La crescita incontrollata del virus sta travolgendo l’Europa, e non solo l’Europa. Le risposte dei vari governi sono state nella maggior parte dei casi disordinate, scoordinate, insufficienti, a volte perfino autolesioniste. E la crescita esponenziale del virus costringe a fare quello che tutti avrebbero voluto evitare, nuove misure di chiusura con conseguenze disastrose per l’economia. Esiste una leggenda sulla crescita esponenziale, che spiega come questa a un certo punto diventi travolgente. È la storia dell’ambasciatore dell’antica Persia che insegnò gli scacchi al Faraone d’Egitto. Quest’ultimo fu entusiasta del nuovo gioco, e volle fare un regalo – a sua scelta – all’ambasciatore. Il diplomatico chiese del grano, e la quantità sarebbe stata quella indicata dall’ultima casella della scacchiera, la sessantaquattresima, moltiplicando ogni volta per due il singolo chicco della prima casella. Il Faraone fu soddisfatto perché pensò che se la sarebbe cavata con poco. Ma il contabile lo avvertì: non c’era abbastanza grano in tutto l’Egitto per soddisfare quella richiesta. Perché se all’inizio la crescita sembra governabile (da 1 chicco a 2, poi 4, poi 8, 16, 32, 64, 128 e così via) con 63 raddoppi si arriva a una quantità inimmaginabile. Tanto grano quanto ne è stato prodotto non solo in Egitto, ma in tutto il mondo, e per non meno di cinque secoli. Per questo se il contagio si propaga con un nuovo contagiato per ogni positivo, è governabile. Ma se ogni positivo ne contagia due la crescita esponenziale è inevitabile. Chiudere tutto sembra l’unico sistema sicuro per arginare il virus, ma questo non si è fatto neanche nella scorsa primavera dove le eccezioni nelle attività produttive sono state diverse. Alcune indispensabili, altre vitali per non far affondare l’economia peggio di quanto stia avvenendo. E se la Spagna il 21 ottobre ha stabilito il poco invidiabile primato di primo Paese europeo a raggiungere il milione di contagiati (nei dati ufficiali, che sono certo inferiori alla realtà) ecco che il futuro per tutti è affidato alla speranza di un vaccino. Ma la notte è ancora lunga.

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