Andare in bagno in casa propria può sembrare la cosa più semplice del mondo. E invece quello che nella parte più ricca del pianeta è una realtà talmente diffusa da sembrare una cosa naturale, è purtroppo ancora un privilegio, un privilegio ce non ha addirittura la metà della popolazione mondiale. Secondo le stime dell’Onu 4,2 miliardi di persone vivono senza servizi igienici. Il 40%, circa tre miliardi di persone, non ha in casa neppure un lavandino per lavarsi le mani con acqua e sapone. E se pensiamo che questo sia problema solo dei Paesi in via di Sviluppo ci sbagliamo, perché anche in Europa un gabinetto in casa non è un diritto di tutti.
Secondo le stime di Eurostat in media ne è sprovvisto il 2% della popolazione del blocco, con percentuali che addirittura schizzano al 24,2 per cento in Romania, al 13,7 in Bulgaria, al 10 in Lituania e all’8,7 in Lettonia. In Italia siamo sotto la media Ue, con lo 0,6%, il che significa che con una popolazione di circa 60 milioni di abitanti, circa 360mila non hanno servizi igienici a disposizione nel luogo di abitazione.
Nella parti più povere del mondo, dove mancano anche sistemi fognari, il problema è causa di diffusione di gravi malattie. Sono 297 mila i bambini di meno di 5 anni che ogni anno muoiono per una semplice diarrea per aver bevuto acqua non potabile, bambini che vivono in luoghi dove per l’igiene manca tutto, anche spesso le medicine per curarsi. Ma non è solo questo: a livello globale, l’80% delle acque reflue generate dalla società ritorna all’ecosistema senza essere trattata o riutilizzata.
Le stime dell’Onu avvertono che entro il 2050, fino a 5,7 miliardi di persone potrebbero vivere in aree in cui l’acqua è scarsa almeno un mese all’anno. Per questo, specialmente in tempi di pandemia, World Toilet Day 2020, la Giornata mondiale celebrata dalle Nazioni Unite ha un particolare significato e vuole ricordare che manca davvero poco tempo per raggiungere l’obiettivo di sviluppo sostenibile che prevede acqua e servizi igienico-sanitari per tutti entro il 2030. Il tema di quest’anno della Giornata Mondiale è l’igiene sostenibile e il cambiamento climatico.
Gli eventi atmosferici estremi che il mondo sta vivendo come inondazioni, siccità o l’innalzamento del livello del mare rappresentano una minaccia per i sistemi igienico-sanitari. Le acque alluvionali possono, ad esempio, contaminare i pozzi utilizzati per l’acqua potabile e le inondazioni possono danneggiare i servizi igienici e diffondere feci umane all’interno delle comunità e delle colture alimentari, causando malattie mortali e croniche. A loro volta i servizi igienici possono contribuire alla lotta contro il cambiamento climatico. Le acque reflue e i fanghi delle toilette contengono acqua preziosa, sostanze nutritive ed energia. I sistemi igienico-sanitari sostenibili utilizzando in modo produttivo questi rifiuti possono stimolare l’agricoltura in modo sicuro e ridurre le emissioni per un’energia più verde. Infine, se ce ne fosse bisogno, la pandemia da Covid ha dimostrato che ogni persona deve avere accesso a servizi igienico-sanitari sostenibili, acqua pulita e impianti di lavaggio delle mani per proteggere e mantenere la sicurezza di tutti e contribuire a frenare la diffusione di malattie infettive mortali.
Europatoday