Lavoro giovanile Ue: il più colpito dalla pandemia

L’esecutivo di Bruxelles ha pubblicato i dati degli effetti del Covid sul mondo del lavoro. Crescono i giovani inattivi, che non studiano, non si formano e non cercano più una occupazione. I cosiddetti Neet. Gli italiani tra i 15 e 24 anni i più colpiti con una soglia che supera il 20% della popolazione. Bulgaria e Spagna subito dietro con il 15%. Francia poco sopra il 10%. Olanda e Germania al 5%.

Nicolas Schmit, Commissario per il Lavoro e i diritti sociali, ha dichiarato: “La Commissione ha mobilitato tutti i mezzi a sua disposizione per aiutare gli Stati membri, in particolare attraverso lo strumento SURE, che sostiene i regimi nazionali di riduzione dell’orario lavorativo. Inoltre la nuova garanzia per i giovani aiuterà questi ultimi a sviluppare competenze e acquisire esperienza lavorativa, in particolare nei settori pertinenti alle transizioni verde e digitale. Mettere i giovani al centro di queste transizioni sarà la nostra priorità durante la ripresa”.

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