Avviata una procedura d’infrazione nei confronti di 24 Stati membri per non aver recepito le norme sulle telecomunicazioni del codice europeo entrato in vigore nel dicembre 2018. L’Unione europea aveva dato due anni di tempo ai governi nazionali per adeguarsi alla disciplina comunitaria che punta ad offrire ai consumatori contratti più chiari, servizi di qualità e mercati più competitivi; con tariffe uniche massime per le chiamate vocali all’interno della Ue.
“Oltre ad opportunità – si legge nella nota della Commissione – per gli operatori del settore di incentivi agli investimenti per la creazione di reti ad altissima capacità e infrastrutture digitali più innovative”.
Ad oggi solo Grecia, Ungheria e Finlandia hanno notificato a Bruxelles di aver recepito le direttive del codice europeo delle comunicazioni elettroniche. Belgio, Bulgaria, Repubblica Ceca, Danimarca, Germania, Estonia, Irlanda, Spagna, Francia, Croazia, Italia, Cipro, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Austria, Polonia, Portogallo, Romania, Slovenia, Slovacchia e Svezia non lo hanno fatto; la Commissione li ha pertanto messi in mora.