di Anna Marzone
Sono in aumento (in percentuale) le donne che lavorano in Italia ma rispetto agli altri Paesi dell’Unione europea il ritardo è ancora notevole. Tra tutti i Paesi dell’Unione l’indice di occupazione nel lavoro femminile è al 74,7%. In Italia le donne occupate sono appena il 59,4% (considerando in entrambi i casi la fascia di età tra i 25 e i 45 anni). Quindici punti percentuali di differenza. I dati, relativi al 2018, sono dell’ultimo report dell’Eurostat sul lavoro. I dati dell’Italia, nelle varie voci dell’occupazione femminile, sono i peggiori in Europa insieme con la Grecia. Naturalmente il caso italiano è particolare, e il carico di lavoro “reale” sulle donne è notevole. Chi lavora fuori lavora anche a casa, nelle incombenze domestiche (che non sono equamente divise tra moglie e marito) e anche l’assistenza dei parenti anziani quando se ne fa carico la famiglia in realtà è sulle spalle della donna. Secondo i più recenti dati dell’Istat in dieci anni le donne occupate sono aumentate di circa mezzo milione (+5,4%), percentuale però che deriva da anni stagnanti tra il 2008 e il 2012 compreso, e un aumento quasi tutto verificatosi nel quinquennio dal 2013 al 2018 (492 mila; +5,3%)