di Laura MATTIUCCI
Siamo stati colpiti, ormai da parecchi mesi, dall’inedito fenomeno epidemiologico correlato al virus Covid-19 che ha fatto piombare l’intero pianeta in una crisi profonda, difficile da gestire. In questo contesto i rappresentanti dello Stato sul territorio (espressione unica per individuare le varie tipologie di prefetti nel mondo) hanno ricoperto un ruolo fondamentale, confrontandosi sul campo con il coraggio e la determinazione che li contraddistingue, non senza però il prezioso supporto dei colleghi nazionali ed internazionali.
Ad oggi, il problema della pandemia ha assunto portata tale che, con molta probabilità, se ne parlerà anche nel prossimo mese di luglio a Firenze nell’ambito delle XXVII Giornate europee, promosse dall’AERTE, l’Associazione che riunisce i rappresentanti dello Stato dei diversi Paesi Europei. Sul suo sito internet (www.aerte-asso.org), inoltre, è già presente una sezione appositamente dedicata al Covid-19 ove i prefetti delle varie nazioni hanno lasciato testimonianze sulla gestione della crisi.
Sulla scia di tale importante iniziativa, l’APREF, Associazione dei Prefetti e dei Rappresentanti dello Stato della Francofonia, assieme all’Istituto di Alti Studi del Ministero dell’Interno francese (IHEMI), il 3 dicembre 2020, ha organizzato un forum digitale sul tema del COVID-19. In particolare i prefetti francofoni hanno avuto modo di raccontare come hanno affrontato la pandemia e scambiare esperienze e riflessioni, anche in ottica di adozione di più efficaci azioni strategiche per il futuro.
Il Direttore dell’IHEMI, Éric Freysselinard, in apertura di riunione ha posto una serie di interrogativi chiedendosi se questa crisi avrebbe potuto essere stata fronteggiata in modo diverso. Varie sono state, infatti, le reazioni dei singoli Stati; da un lato alcuni Paesi quali Francia, Italia e Spagna hanno predisposto misure molto rigide, dall’altro, invece, i Paesi del Nord Europa hanno lasciato circolare il virus più liberamente.
Il Presidente dell’APREF, Denis Mathen, Governatore della Provincia di Namur, ha rilevato come tutti i Paesi abbiano toccato con mano la pandemia che ora sta manifestando per la seconda volta la sua aggressività. Gli Stati, e per essi i loro rappresentanti sul territorio, hanno cercato di trovare soluzioni alla inedita crisi che stiamo vivendo, mostrandosi operativi e creativi seppur con i limiti connessi agli elementi di novità caratterizzanti il nuovo contesto giuridico e sanitario. Il virus non ha reagito nella maniera prevista e ha messo a dura prova la tenuta del sistema che ha dovuto cercare celeri e sempre più evolute soluzioni in risposta alle sfide di volta in volta palesatesi, da quelle sanitarie sino a quelle economiche. Lo scopo del forum è stato proprio quello di scambio e condivisione delle esperienze di coloro che sono stati e sono ancora in prima fila nella lotta al contenimento del contagio del virus.
E’ intervenuto anche Henri Monceau, Direttore della Francofonia economica e digitale presso l’Organizzazione Internazionale della Francofonia (OIF). Quest’ultimo ha riportato alcuni dati per far comprendere le proporzioni enormi della crisi economica conseguente all’esplosione della pandemia, paragonandola solo a quella del 1929. Essa ha avuto pesanti ripercussioni a livello globale creando un rallentamento generale nell’attività economica mondiale e incidendo non solo sull’offerta ma anche sulla domanda. Ha evidenziato come vi siano state, inoltre, grandi disparità tra le misure economiche messe in campo dai singoli Stati e ciò ha contribuito ad accrescere le ineguaglianze a danno delle fasce deboli. Proprio per tale ragione, l’Organizzazione Internazionale della Francofonia, da sempre volta alla cooperazione multilaterale francofona, da ultimo ha costituito un grande fondo di solidarietà dedicato alle donne, “La Francophonie avec elle”, per aiutare una categoria già vulnerabile e la cui situazione è peggiorata con la crisi.
Il caso del Marocco è stato presentato dal suo Ambasciatore a Parigi, Chabik Benmoussa, che ha condiviso con i partecipanti una riflessione sulla gestione della crisi sanitaria, maturata partendo proprio dalla situazione del suo Paese. La diffusione del virus ha colto tutti alla sprovvista e si è evoluta in maniera imprevedibile, rendendo difficile ogni esercizio di previsione e controllo della stessa. Le nazioni, inoltre, sono state economicamente indebolite e ciò ha reso complessa l’elaborazione di una risposta efficace alle attese della popolazione. Numerose, infatti, sono state le tensioni sociali. La crisi ha, quindi, rimodulato il ruolo strategico dell’apparato pubblico mettendone in rilievo debolezze e limiti. Si è evidenziato un maggiore bisogno di protezione dei cittadini, bisogno rinvenutosi a tre livelli: territoriale, nazionale ed internazionale. Il Marocco ha gestito l’emergenza optando per la decentralizzazione dei poteri e favorendo, così, l’azione dei territori locali. Questo approccio ha avuto esiti positivi e ha condotto all’instaurazione anche di un sinergico rapporto comunicativo e collaborativo con il centro. Il Re del Marocco ha, inoltre, creato una commissione speciale per progettare il futuro del suo Paese alla luce dei nuovi bisogni emersi e delle tendenze disegnate su scala mondiale. E’ emersa a gran voce l’esigenza di rafforzamento della cooperazione internazionale al fine di avere una risposta coordinata alla crisi, tesa alla predisposizione di azioni comuni. La chiave di volta nella buona riuscita della gestione della pandemia è stata, dunque, rinvenuta in una risposta esclusivamente di tipo mondiale, tuttavia, l’azione della comunità internazionale deve ancora evolvere per essere all’altezza delle difficoltà che questa crisi ci pone dinanzi.
Hanno apportato il loro contributo anche i prefetti Félicien AMANI, Capo di Gabinetto del Ministro dell’amministrazione del territorio e del decentramento per la Costa d’Avorio; Pierre N’GAHANE, Prefetto della Marne per la Francia; Fadama Itala KOUROUMA, Direttore Nazionale dell’Amministrazione di Territorio per la Guinea; Patricia Dominique LACHAT, Prefetto del distretto di Aigle per la Svizzera; Pierre-Luc DESGAGNE, Rappresentante generale del Québec presso la Commissione Europea a Bruxelles.
Dal loro confronto è emerso che le misure adottate dai vari Stati francofoni sono state molto similari. Anzi, essi hanno preso spunto da paesi come Cina e Italia, tra le prime ad essere duramente colpite. Tutte le azioni sono state improntante al rispetto delle misure di distanziamento sociale e di isolamento dei malati, alla chiusura di scuole e attività commerciali, ed al sostegno economico-sociale per assicurare una ripresa veloce. Le nazioni, per sostenere le loro economie a seguito del Covid-19, hanno mobilitato grandi somme a partire, a mero titolo esemplificativo, dal 5% del PIL per la Costa D’Avorio, 9,3% della Svizzera, fino al 13,5% del Belgio. Hanno inoltre costituito Fondi speciali di solidarietà per sostenere la popolazione più colpita e le piccole e medie imprese.
Altro elemento che ha accomunato l’esperienza dei singoli Paesi Francofoni è stato il ruolo rivestito dal prefetto che, più che mai, ha svolto un delicatissimo compito di raccordo tra centro e periferia, facendosi portatore dei bisogni della popolazione, oltre che sensibilizzando la stessa al rispetto delle misure di contenimento del contagio.
I prefetti si sono rivelati i punti cardine della gestione della crisi, hanno aiutato le famiglie più deboli, hanno avuto tante relazioni di prossimità con le realtà locali, mantenendosi, allo stesso tempo, costantemente in connessione con il centro. Hanno avuto l’importante ruolo di gestire l’enorme flusso di informazioni, anche nei confronti dei comuni e non solo della popolazione. Hanno dovuto, altresì, fronteggiare gruppi di negazionisti che hanno reso il lavoro delle forze dell’ordine non facile, come accaduto, da ultimo, in Quèbec. Inoltre, la tenuta dell’ordine e sicurezza pubblica è stata messa a dura prova a causa dell’aumento dei sostenitori della teoria del complotto, alimentatasi a causa delle fake news diffuse su internet.
Dalle esperienze riportate è emerso, dunque, che l’inedita crisi generata dal virus ha creato grandi incertezze e gravi ripercussioni economiche con l’aggravamento delle diseguaglianze. Da tutto questo si devono trarre conclusioni per il futuro; in primis è necessario rafforzare la cooperazione a livello mondiale, puntando sul dialogo multilivello. La crisi ha posto la necessità di rinforzare anche la comunicazione con gli enti locali e l’esperienza sinora vissuta è risultata molto positiva. Gli Stati hanno schierato in campo forze e risorse mai utilizzate prima e hanno dovuto fronteggiare negazionisti e no vax; la Francia, ad esempio, è proprio uno dei paesi in cui il vaccino per il Covid-19 risulta essere meno accettato. La crisi ha mostrato tutte le fragilità di una società che si credeva onnipotente. Nell’era dell’intelligenza artificiale stiamo lottando, infatti, per la mancanza di mascherine: questo è il vero paradosso.
Infine il Presidente dell’ANFACI e dell’AERTE, Ignazio Portelli, nel riportare anche l’esperienza italiana, ha confermato che tutti hanno lavorato con molta difficoltà in un campo ignoto ma che ormai tutti i Paesi hanno adottato azioni sostanzialmente molto simili. L’Italia, per fronteggiare al meglio la crisi, sta spendendo circa un quarto del suo PIL e il Governo ha dato indicazioni ai prefetti di mantenere aperti tutti i canali di dialogo e di confronto.
Il Presidente dell’Apref, in conclusione di riunione, ha invitato i presenti a fare tesoro delle criticità emerse durante la gestione della crisi per approntare azioni nuove e più efficaci per le sfide del futuro. Presumibilmente la crisi durerà ancora per molti mesi ma la popolazione sta manifestando, con il supporto delle istituzioni, tutta la sua resilienza. Ha dichiarato che sicuramente meritevole di attenzione è l’implementazione dell’utilizzo dell’intelligenza artificiale in campo sanitario ma allo stesso tempo, da non sottovalutare, è anche l’impatto della pandemia sui legami sociali, messi enormemente alla prova. Ha annunciato, pertanto, che probabilmente sarà proprio quest’ultimo il tema della prossima riunione con l’intento di individuare strategie volte alla ricostruzione degli stessi.