Il Parlamento Europeo ha approvato in via definitiva il “dispositivo” per la ripresa e la resilienza

E’ stato confermato l’accordo politico raggiunto a dicembre 2020 sul regolamento che istituisce il dispositivo per la ripresa e la resilienza (il “dispositivo”). Si tratta della disponibilità di 672,5 miliardi di euro in sovvenzioni e prestiti, per sostenere i paesi dell’Unione Europea nel fronteggiare gli effetti della pandemia di Covid-19. Il Regolamento, approvato con 582 voti favorevoli, 40 contrari e 69 astensioni, riguarda finanziamento, obiettivi e regole di accesso al Recovery and Resilience Facility-RRF, dispositivo europeo per la ripresa e la resilienza. Rappresenta la componente principale del Piano di ripresa Next Generation EU da 750 miliardi di euro.

Le sovvenzioni ed i prestiti potranno finanziare quegli interventi nazionali destinati a limitare i danni economici e sociali provocati dalla pandemia. Rientrano fra questi anche quelli collegati, avviati dal primo febbraio del 2020. I paesi dell’Unione avranno a disposizione i finanziamenti per tre anni e potranno richiedere, per i progetti di ripresa e resilienza, prefinanziamenti fino al 13%. I piani nazionali saranno considerati ammissibili ai finanziamenti solo se compatibili con le politiche centrali dell’Unione europea. Il dispositivo è articolato in sei pilastri:

• transizione verde, compresa la biodiversità;

• trasformazione digitale;

• coesione economica, produttività e competitività;

• coesione sociale e territoriale;

• salute, resilienza economica, sociale e istituzionale;

• politiche per la prossima generazione.

In ogni piano, almeno il 37% del bilancio deve essere destinato al clima e almeno il 20% alle azioni digitali. Obiettivi del dispositivo occupazione, crescita, transizione digitale e neutralità climatica entro il 2050. Gli effetti non devono comportare danni ambientali ed avere lunga durata in chiave economica e sociale. I piani devono produrre riforme globali con investimenti importanti.

Nel Regolamento è inserita la clausola che condiziona la ricezione dei fondi del dispositivo al rispetto dello stato di diritto e dei valori fondamentali dell’Unione europea.

La responsabilità del monitoraggio della messa in atto del dispositivo è della Commissione europea, che fornirà agli Stati membri le notizie comparabili sull’utilizzazione dei finanziamenti. Il Parlamento potrà invitare la Commissione a comparire ogni due mesi davanti alle commissioni competenti.

Dopo l’ulteriore approvazione formale da parte del Consiglio, il Regolamento entrerà in vigore il giorno dopo la pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell’Unione europea, prevista per la seconda metà di febbraio. Il rumeno Dragos Pislaru, correlatore che ha partecipato ai negoziati, ha detto: “Il destino dell’Europa è nelle nostre mani. Abbiamo il dovere di consegnare il recupero e la resilienza ai nostri giovani e bambini, che saranno al centro della ripresa. Uno dei sei pilastri del RRF è dedicato specialmente a loro, il che significa investire nell’educazione, riformare pensando a loro e fare la nostra parte per i giovani, per aiutarli a ottenere le competenze di cui avranno bisogno. Non vogliamo che la prossima generazione sia una generazione di chiusura”.

Il presidente del Parlamento europeo, Davide Sassoli, a seguito della votazione sullo Strumento di Ripresa e Resilienza, ha dichiarato: “L’Unione europea non si ferma e il via libera oggi del Parlamento europeo al Recovery Resilience Facility (Rrf) – il regolamento sugli obiettivi, il finanziamento e le regole di accesso ai fondi europei – è un’altra decisione storica per guidare la ripresa. Questa è l’Europa che corre nella direzione giusta, con soluzioni in forte discontinuità col passato e capace di sostenere i cittadini e la loro vita consentendo agli Stati di avere risorse per programmare il loro futuro”. “Ora la parola passa agli Stati membri per far partire il Next Generation UE. Ci attendiamo che i parlamenti nazionali accelerino la ratifica dell’aumento delle risorse proprie dell’Unione, essenziale per emettere bond e finanziare la ripresa. Non c’è tempo da perdere e ogni ritardo sarebbe un danno enorme a cittadini e imprese”.

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