Draghi, Consiglio europeo: “L’Europa con l’unanimita’ non reagisce e non cambia”
Mario Draghi in replica al Senato per le comunicazioni del Consiglio europeo del 16/12/2021.
“Abbiamo l’obbligo di dimostrare agli altri paesi europei che hanno finanziato il fondo per la ripresa post Covid la nostra affidabilità. Ma dobbiamo anche chiedere all’Europa di discutere su alcuni cambiamenti necessari”. Questo il senso dell’intervento di Draghi.
“Il governo ha deciso di affrontare i grandi cambiamenti con coraggio”, ha detto in apertura il premier.
Per Draghi “si è rafforzata l’Italia in Europa, si è rafforzata l’Europa in Italia. Si è rafforzata l’Italia nel mondo”.
Ha poi ringraziato pubblicamente il Generale Figliuolo. E ha aggiunto: “Ci siamo ripresi la normalità al prezzo di 134mila morti. La difenderemo con le unghie e con i denti”.
Sulle regole europee il capo del governo italiano ha dato la sua linea: “Il patto di stabilità si e dimostrato inefficace e dannoso. Non trovo realistico tornare alla situazione pre Covid. L’ho detto sempre anche negli ultimi anni della mia presenza alla Bce. Servirà quindi cambiarlo. Ma non solo. Occorrerà anche aprire una discussione sulla necessità di avere in comune un bilancio e una capacità fiscale, oltre alla difesa”, ha detto Draghi.
“I prezzi del gas – ha spiegato – dipenderanno molto da situazioni geopolitiche. Mi riferisco al gasdotto Nord Stream che avrà un ruolo per la gestione del conflitto tra Russia e Ucraina. E da fenomeni strutturali quali la conversione in grandi paesi produttori di acciaio di centrali da carbone a gas per dare seguito alla transizione ecologica”.
“Sui trattamenti inumani al confine tra Polonia e Bielorussia i numeri non li giustificano. E questo andrà detto al Consiglio europeo. Si tratta di 3mila migranti a fronte di 60mila che solo noi in Italia li abbiamo presi quest’anno”, ha stigmatizzato Draghi.
“In generale il problema – ha aggiunto – è molto più complesso. Il primo sforzo è quello di deideologizzare la questione della migrazione. Alcuni numeri sono sostenibili e altri no. Allora come rendere una risorsa il fenomeno? Anche per l’Italia e per il suo mercato del lavoro. Come rendere queste persone degli amici e non dei nemici? Credo che dobbiamo ricostruire un sistema d’accoglienza e investire di più. La difesa delle nostre radici e delle nostre identità si attua vivendo e affermando i nostri valori. Uno di questi è la solidarietà ma anche la responsabilità”.
“L’Europa non si cambia e non reagisce con l’unanimità”, ha concluso Draghi.