Dopo il difficile vertice di Bruxelles, con tanto di battibecco in diretta tv con il presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker, la premier britannica Theresa May torna ad affrontare il Parlamento. Con un messaggio chiaro, almeno stando alle anticipazioni della Bbc: il Regno Unito non indirà un nuovo referendum sulla Brexit, perché così “tradiremmo i cittadini britannici”.
Il messaggio dovrebbe essere consegnato alla Camera dei Comuni, dove aumentano le pressioni di chi vuole un voto prima di Natale sull’accordo sottoscritto con Bruxelles. E che il summit della scorsa settimana non ha modificato, nonostante le polemiche sulla parte riguardante il confine tra Irlanda e Irlanda del Nord.
Il rischio di un voto negativo al testo è ancora dietro l’angolo. E c’è chi chiede di ridare voce ai cittadini. Gli ex primi ministri John Major e Tony Blair sono tra coloro che chiedono una nuova consultazione, se il Parlamento non riuscirà a trovare un modo per procedere. Ma secondo May, un nuovo voto “farebbe danni irreparabili all’integrità della nostra vita politica” e “non ci porterebbe a nulla”.
A dicembre la premier ha annullato un voto ai Comuni sull’accordo da lei raggiunto con la Ue, di fronte alla certezza della sua bocciatura. Ma per Blair, che ha detto di ammirare la determinazione di May nel voler far passare l’accordo, dopo 30 mesi di negoziati, con il governo “nel caos”, ridare la parola al popolo sarebbe “logico” se tutte le altre opzioni falliranno. Di parere opposto la leader conservatrice, per la quale un nuovo referendum “dividerebbe ulteriormente il Paese, nel momento in cui dovremmo lavorare per unirlo”.